Compie 26 anni questo San Giò Verona Video Festival, la manifestazione cinematografca più longeva della città di Verona.
Compie 26 anni, proprio nell’anno in cui il Cineclub Verona, che promuove il Festival, festeggia i suoi primi 80 anni. Era nato, come Cineguf, nel 1935 e tra i suoi fondatori c’era Luciano dal Cero, eroe della Resistenza, di cui quest’anno ricorrono il centenario della nascita (1915) e i settant’anni dalla morte (fu assassinato il 29 aprile 1945). Luciano nella sua breve vita sognò di produrre flm per bambini, oltre a mostrare nella sala del nostro Cineclub i vietatissimi flm francesi, sapeva che le immagini in movimento erano veramente, come lo sono oggi, l’arma più forte. Un’arma che tutti devono conoscere e non solo subire. Da una quarantina d’anni sono partecipe di quell’idea, dal 1979 come Presidente, e poi come Direttore Artistico e factotum, sempre. Molti Cineclub nel frattempo sono morti, molti Festival hanno avuto lo stesso destino. Il San Giò Verona Video Festival ogni anno come l’araba fenice risorge dalle sue ceneri e per cinque giorni, dal 23 al 27 di luglio, sempre le stesse date, mostrerà tutto lo splendore delle Storie che va a raccontare. Storie del nostro mondo, non del nostro cortile. Storie, immagini in movimento, capaci di dare emozioni, di far brillare la mente. Storie forse non “divertenti”, perché “divertire” vuol dire allontanare, distogliere qualcuno da qualcosa, mentre i flm di questo Festival, come quelli di tutti i Festival, da Cannes in giù, non vogliono allontanare il pubblico dalla realtà, dal nostro mondo, vogliono raccontarlo, renderlo presente. Ne “Il dottor Živago”, Pasternak scrive il suo disappunto contro la diffusione della parola “divertente”, propria di un mondo inutile alla Storia e al Futuro di un Paese. Questo non vuol dire che non ci siano commedie al Festival, anzi, ma sono prima di tutto frutti di un pensiero attento al mondo, non estraneo ad esso. Una delle diffcoltà è dare spazio a tutti quelli che hanno mandato i loro lavori, a centinaia sono restati fuori, da ogni parte del mondo. In programma ci sono visioni da cinque Continenti per leggere il nostro tempo. Ogni flm, corto o lungo, ha una sua traccia profonda, è opera di donne e uomini che raccontano storie come novelli Omeri, e compito del Festival è dare loro spazio, renderli visibili. Pochi mesi fa a Cannes erano 2420 i cortometraggi presentati e un po’ di più erano prima a Clermont Ferrand, e altri in cento altri Festival dove abbiamo cercato di capire l’aria che tira su questo Pianeta, per riproporla qui e farla respirare.
UGO BRUSAPORCO
Direttore del San Giò Verona Video Festival